Roma, 5 Luglio 2017

“Dopo le delibere regionali 18 del 2014 e 110 del 2016, con le quali si è tentato di far passare il principio che per ottenere una casa popolare fosse sufficiente occupare abusivamente un immobile, con la delibera 303 del 22 giugno scorso la Regione Lazio tenta di scavalcare il Comune avocando a sé l’onere della ‘ripartizione degli alloggi ai nuclei familiari’ visto che le delibere precedenti erano state prontamente arginate dalla Giunta Marino e dal commissario Tronca, ultimi baluardi dei diritti di chi ancora cerca una casa popolare attraverso la partecipazione a un bando pubblico e l’immissione in graduatoria”. Così, in una nota, Cgil Roma e Lazio, Cisl Roma, Uil Roma e Lazio, Sunia Roma e Lazio, Sicet Roma, Umiat Aps Roma e Lazio.
“A questo punto, – prosegue la nota – se l’assessore Mazzillo, delegato al disagio abitativo del Comune di Roma, confermasse la volontà della nuova giunta comunale a procedere in continuità con le precedenti e secondo quanto previsto dalla legge, la nuova delibera sconterebbe un difetto di legittimità, poiché un atto della Giunta non può modificare quanto prevedono le norme e gli atti del Consiglio regionale. Purtroppo dobbiamo constatare che si continua a preferire il rimpallo di responsabilità tra istituzioni piuttosto che affrontare con serietà le problematiche e programmare concrete manovre di sostegno al disagio e all’emergenza abitativa. Chiediamo da anni un bando nel quale vengano inseriti i cittadini che vivono una situazione di disagio abitativo con un’unica graduatoria che arginerebbe presupposti di illegalità e privilegi. E’ chiedere troppo?”.