4 aprile 2024

Il Decreto Legge del Governo sul Superbonus, che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 29 marzo, dà il “colpo di grazia “ anche alle poche misure che erano rimaste in piedi proprio sugli aspetti più positivi e socialmente rilevanti della normativa: interventi mirati all’abbattimento delle barriere architettoniche, interventi sul patrimonio costituito dagli alloggi popolari degli Iacp, delle Onlus, delle cooperative a proprietà indivisa.
Per quanto poi riguarda la ricostruzione nei territori colpiti da eventi sismici a partire dal 2009, dopo il tentativo presente nella prima di annullare i finanziamenti, si è deciso di stanziare per il solo anno 2024 la somma di 400 milioni di euro del tutto insufficiente coprire il fabbisogno, mentre nulla è previsto per il 2025.
Con questa norma diventa in sostanza inefficace la stessa previsione, a suo tempo introdotta, di una proroga al 31 dicembre 2025 del temine degli interventi nelle aree terremotate.
Se a questo si aggiunge che il decreto “blinda” alla data improrogabile del 4 aprile 2024 la possibilità degli interessati di sanare piccoli errori che hanno riguardato la cessione del credito lo sconto in fattura, appare chiaro il caos e l’immobilismo che inevitabilmente si determinerà con effetti sulla stessa prosecuzione dei lavori.
Quanto alla Cilas tutte le comunicazioni e le delibere per lavori condominiali prima del febbraio 2023 non potranno più accedere a sconto in fattura e cessioni del credito con gravi effetti per tutte le situazioni di lavori non avviati o per i quali non sia stata emessa fattura.
L’abolizione nella sostanza delle poche norme che ancora consentono il ricorso alla cessione del credito e dello sconto in fattura che erano state faticosamente mantenute proprio a favore di questi settori ad altissimo impatto sociale determina sconcerto e grave incertezza nei destinatari, negli operatori, negli enti locali.
Queste misure nulla hanno a che vedere con le truffe, le irregolarità e le anomalie che hanno caratterizzato il Superbonus, ma colpiscono, al contrario, proprio quei settori ed ambiti che dovrebbero costituire le strutture portanti di una virtuosa politica di incentivi per interventi finalizzati a riqualificare il patrimonio abitativo destinato all’edilizia pubblica e sociale.
Il SUNIA chiederà al Parlamento di introdurre modifiche in sede di conversione del Decreto al fine di non creare ulteriori scompensi economici nel settore dell’edilizia ed ai cittadini soprattutto anche alla luce delle nuove disposizioni del Parlamento Europeo dopo l’approvazione della direttiva sull’efficienza energetica degli edifici (case green) che influirà sui cittadini con costi importanti e non alla portata di tutti.