Roma 24 maggio 2016
Dichiarazione di Daniele Barbieri Segretario generale del SUNIA.

Desta qualche perplessità lo studio pubblicato dal network immobiliare “Soloaffitti” sul presunto boom dei contratti concordati nel nostro Paese. Le percentuali “bulgare” sul numero dei contratti concordati rispetto ai contratti liberi contraddicono infatti i dati presentati qualche giorno fa dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate dove, in base ai contratti registrati nel 2015 e non ad un campione, si evidenzia che i contratti stipulati con questa fattispecie rappresentano il 20% del totale dei contratti.
Anche considerando i soli Comuni ad alta tensione abitativa dove si applicano e le agevolazioni fiscali previste per i concordati, la percentuale sul totale dei contratti non supera il 30%.
Questo vale anche per una buona parte delle aree metropolitane dove più alta è l’emergenza abitativa. A Firenze i contratti concordati rappresentano il 29% del totale, a Roma il 33%, a Bologna, la città da sempre con il più alto numero di contratti concordati, la percentuale si ferma al 43%.
Numeri ben distanti da quelli forniti da “Soloaffitti”.
Naturalmente l’ampliamento delle agevolazioni fiscali (la cedolare al 10% e dal 2016 uno sconto IMU-Tasi del 25%) ha contribuito notevolmente all’affermazione di questa forma contrattuale e quindi di un abbassamento complessivo degli affitti, ma per arrivare ai numeri pubblicizzati c’è ancora da lavorare sulla definitiva stabilizzazione degli incentivi, oggi limitati temporalmente, oltre a disegnare ed attuare una politica abitativa in grado di dare risposta alla fascia più debole della domanda che comunque non è in grado di trovarla sul mercato privato.