Dichiarazione di Daniele Barbieri, segretario generale del SUNIA.

Roma, 30 Dicembre 2019.

Nessuna misura per affrontare il problema abitativo nel nostro paese, neanche una parola per segnalare almeno l’esistenza dal dramma sociale rappresentato dall’impossibilità per centinaia di migliaia di famiglie di avere un alloggio con un affitto rapportato al proprio reddito, ai giovani di costruirsi un proprio futuro, agli anziani a basso reddito di evitare prima o poi uno sfratto per morosità, ormai divenuto una piaga che nei prossimi tre anni riguarderà dalle 200.000 alle 300.000 famiglie. O si pensa che questo aspetto della povertà sarà risolto con il reddito di cittadinanza che a malapena copre l’affitto mensile di una casa nella periferia di una grande città? E se questa viene definita una manovra a sostegno delle fasce deboli perché regalare, con una norma assolutamente inutile, almeno 200 milioni ai proprietari di locali commerciali con la cedolare secca invece di destinare queste risorse al fondo di sostegno alla locazione senza finanziamento da tre anni?
Finora sulla casa il “Governo del cambiamento” ha prodotto solo circolari e decreti contro le occupazioni abusive senza alcuna misura per dare una risposta a quelle che gli stessi provvedimenti definiscono “fragilità”.
E, come se non bastasse, non solo raddoppia l’ires alle associazioni di volontariato ma anche agli ex IACP, che versano quasi tutti in condizioni di grave difficoltà economica perché debbono affrontare il progressivo impoverimento dell’utenza senza alcun aiuto dello Stato.
Un vero cambiamento ci sarebbe stato con un piano pluriennale di edilizia sociale in affitto, con finanziamenti certi e continuativi nel tempo per rispondere alla domanda debole e creare contemporaneamente lavoro; ci sarebbe voluto un finanziamento adeguato del fondo di sostegno all’affitto per arginare il problema degli sfratti per morosità incolpevole causati dalla crisi e dalla distanza tra le pretese dell’offerta e le possibilità economiche della domanda; ci sarebbe voluto almeno un Ministero, quello delle infrastrutture, che fosse consapevole che la casa è tra le sue competenze e che non è un problema di ordine pubblico.
Il SUNIA, avvierà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi iniziative in tutte le città italiane per ribadire la necessità di affrontare il disagio abitativo come una delle priorità dell’agenda politica del Governo e del Parlamento ma anche delle Regioni e dei Comuni che vivono direttamente questo problema  senza avere strumenti adeguati a disposizione.