5 aprile 2024

Il Ministro Salvini evidentemente pensa che gli inquilini siano una categoria di agiati di cui è inutile preoccuparsi, ma resta il fatto che il compito del ministro è anche quello di non ignorare i dati sugli sfratti e l’impossibilità di molte famiglie di arrivare a fine mese e pagare affitti improponibili, specialmente da quando è stato azzerato con un colpo di spugna il fondo sociale per l’affitto e la morosità incolpevole.

Anche i dati del Cresme sul caro affitti anno 2022/2023 confermano le nostre preoccupazioni. L’analisi evidenzia la dinamica nelle 14 città metropolitane del nostro Paese: si è registrato un aumento del +10,2% in due anni (+5,4% nel solo secondo semestre 2023).

Ma per il Ministro Salvini il disagio abitativo non sono le 650.000 domande di case popolari senza risposta o gli affitti alle stelle che producono morosità incolpevole e impediscono la mobilità lavorativa sul territorio e neanche le case popolari tenute sfitte per assenza di risorse. La priorità per sbloccare il mercato, secondo lui, è quella di condonare le modifiche irregolari all’Interno degli appartamenti.

Ed è proprio per la mancanza di attenzione che questo Governo ha verso le categorie dei più deboli che nei mesi scorsi abbiamo messo in campo una Petizione popolare per il diritto alla casa e consegnato al Senato della Repubblica ed alla Camera dei deputati 45000 firme di cittadini che da tempo chiedono di essere ascoltati e non più ignorati, come invece ancora si sta facendo, per chiedere una politica abitativa che tenga conto delle diverse realtà sociali ed economiche del Paese, riaffermando il bisogno di misure concrete, strutturali e immediate per contrastare il fenomeno della precarietà abitativa e dell’emergenza casa.

E’ indispensabile un finanziamento di 1 miliardo di euro annuo per un Piano casa che aumenti l’offerta abitativa pubblica in affitto e di ulteriori 900 milioni per il rifinanziamento del fondo sostegno affitti e della morosità incolpevole, cancellato dall’attuale Governo.

Di fronte all’ennesima “dimenticanza” e dopo l’annunciata “pace edilizia” del Ministro sarebbe opportuno che arrivi anche la “pace del tetto sicuro per tutti” e non si continui ad emarginare una parte del Paese che da tempo attende risposte e soluzioni concrete al problema dell’abitare.