Foggia, 23 Dicembre 2019
Dichiarazione di Michela De Palma Segretaria SUNIA di Foggia.

Ancora una volta l’emergenza abitativa domina la scena politica della città di Foggia e, ancora una volta,
ottiene l’attenzione della cronaca nazionale senza che vi siano concrete e fattibili soluzioni per le famiglie
che vivono (per responsabilità di chi, in passato, ha fatto scelte amministrative sbagliate) in luoghi che non
possono essere definiti “case”.
Ma facciamo un passo indietro.
L’emergenza abitativa che soffre la città di Foggia viene da molto lontano: da quando si decise di realizzare
“alloggi parcheggio” che si conclusero con un anno di ritardo a causa degli indugi nel realizzare le
urbanizzazioni primarie.
Il S.U.N.I.A., già in quell’occasione, affermava che quella non era la strada giusta da intraprendere, anzi:
negli stessi tempi si sarebbero potuti realizzare alloggi veri e propri.
Il Comune di Foggia non ha mai davvero gestito l’”emergenza abitativa”: ha concordato con le imprese,
attraverso accordi di programma o altri strumenti previsti dalle Leggi che hanno consentito, al di fuori del
piano regolatore, la realizzazione di nuovi alloggi da vendere che con difficoltà hanno incontrato la
domanda. Finche l’economia “tirava”, le imprese hanno costruito e alcune di loro non hanno realizzato le
opere per il pubblico, altre non hanno avviato gli interventi per mancanza di richiesta o di fondi.
Il Comune dovrebbe stabilire quale futuro dare alla nostra città, partendo da come affronta l’emergenza
delle famiglie che vivono il disagio abitativo e definendo in quale modo gli accordi fatti con le imprese
possano rientrare nella programmazione urbanistica della città: gli accordi con le imprese non possono
essere un salvadanaio. Gli accordi fatti negli anni scorsi, infatti, servivano a dare una risposta ai bisogni di
quel momento; oggi i bisogni della città sono diversi, sono cambiati.
Le richieste sacrosante delle famiglie che vivono nei containers o in altre situazioni precarie non si
soddisfano con continui proclami e con la ricerca di chi è il responsabile, né si può pensare che il Governo
intervenga in una situazione in cui il Comune non si è mai dotato di una vera e propria programmazione del
territorio.
Programmare significa prima di tutto indicare chi sono le famiglie assegnatarie dei containers, verificare
chi è subentrato agli assegnatari originari e a quale titolo, individuare se vi sono altre famiglie che versano
in situazioni di forte disagio abitativo e pubblicare la graduatoria del bando per l’assegnazione di alloggi
E.R.P..
Da una prima analisi degli elenchi di chi vive il disagio abitativo è emerso che non tutte le famiglie hanno il
titolo all’assegnazione di un alloggio di edilizia pubblica o ancora, nell’elenco vi sono famiglie che non
occupano conteiners o spazi pubblici e a nostro avviso occorre fornire un elenco dettagliato dando priorità,
nell’assegnazione, a quelle famiglie originarie assegnatarie dei containers.

Dall’incontro convocato dal Sindaco con le associazioni dei costruttori, i sindacati della proprietà e degli
inquilini, è emerso con chiarezza che in città non vi sono interi fabbricati invenduti e che il prezzo offerto
dall’ARCA non soddisfa la proprietà.
Alcuni costruttori si sono proposti di realizzare, entro un anno, gli alloggi di pezzatura media al costo di 100
mila euro sui suoli di cui all’accordo di programma; è ovvio che tale proposta è irricevibile: gli accordi
servivano al Comune per avere dalle imprese servizi o alloggi, e non a finanziare le imprese stesse. L’Arca
Capitanata ha risorse e suoli regionali per costruire gli alloggi.
Riteniamo che la strada da seguire per risolvere il problema sia quella di chiedere ai proprietari, attraverso
un bando pubblico, di concedere in locazione per tre anni i propri alloggi, con le garanzie del Comune, al
fine di avviare il programma costruttivo dell’ARCA Capitanata e utilizzare gli alloggi e.r.p. che si liberano in
favore delle famiglie in emergenza.
Per far ciò è necessario che il Comune istituisca l’Agenzia Sociale per la Locazione prevista dalla Legge
regionale e nazionale e, utilizzando le risorse messe a disposizione dalla Regione con le premialità di cui
all’art.11, Legge 431/98 garantire i canoni di locazione ai proprietari che mettono a disposizione gli alloggi.
Pertanto, riteniamo necessario, che il Comune adotti questo percorso e pubblichi un
avviso/manifestazione di interesse finalizzato alla locazione di immobili immediatamente disponibili e
contemporaneamente avvii, d’intesa con l’ARCA, il piano per la costruzione dei 150 alloggi di Edilizia
Residenziale Pubblica sul suolo dell’ex Cassa del Mezzogiorno, in zona fiera, messo a disposizione sempre
dalla Regione.
Inoltre è necessario che i sindacati della Proprietà e degli Inquilini depositino il nuovo Accordo Territoriale
sui canoni agevolati, Legge 431/98 e, a tal proposito, il Sindaco si è impegnato a convocare le parti nella
metà di gennaio p.v.
A questo punto, ci sarebbero alcune domande da fare al Sindaco della nostra città: cosa ne sarà dei suoli
che si libereranno? Cosa ne sarà degli alloggi o degli interi fabbricati che saranno liberati?
Queste sono domande lecite e spontanee visto che si è chiesto alla Regione Puglia e all’ARCA Capitanata di
utilizzare i soldi destinati alla manutenzione degli alloggi in favore dell’acquisto o della realizzazione di
nuovi.
Si intenderà trasformare quelle aree in parchi, giardini, altri alloggi o saranno destinate a diventare zone di
degrado? Anche questo è programmare il futuro della città.
E ancora, il Sindaco conosce il patrimonio e gli alloggi di proprietà del Comune? Di quanti alloggi il Comune
è proprietario? Incassa tutti i canoni di locazione? Come gestisce il proprio patrimonio?
Sappiamo soltanto che vi sono oltre 1.000 alloggi di proprietà del Comune, che alcuni di essi sono occupati
abusivamente, che i canoni di locazione non sono definitivi; vi è, quindi, una scarsissima gestione in merito.
Anche con questi alloggi si può fronteggiare l’emergenza: attraverso una gestione trasparente ed
efficiente. A tal proposito, perché non affidare all’ARCA Capitanata la gestione di questo patrimonio?
È ovvio che per fare tutto questo è necessario aprire un tavolo di concertazione anche con le
organizzazioni sindacali degli inquilini per fare scelte coraggiose utili a garantire legalità e trasparenza e
avere ben presente che chi protesta non ha più diritto di altri che silenziosamente e dignitosamente
attendono che venga pubblicata la graduatoria del bando di assegnazione alloggi o un avviso pubblico per
esprimere il proprio disagio abitativo.

Il S.U.N.I.A. è convinto che il Sindaco per garantire il passaggio “da casa a casa” debba emettere ordinanze
che diano la priorità alle famiglie assegnatarie dei containers e solo successivamente agli altri attraverso un
Avviso Pubblico.
Il S.U.N.I.A. si rende disponibile a qualsiasi confronto con il Prefetto, il Comune e la città.