Venezia, 5 Novembre 2021

Da due anni a questa parte del problema della casa non si sente parlare.

Non é che prima se ne parlasse molto, per la verità. Ma in quest’ultimo lungo periodo tutto tace. Si può anche capire.
La pandemia ha dominato, e domina ancora, tutte le notizie, privandole quasi totalmente della visibilità che potrebbero avere. Lo stato di preoccupazione derivatone tiene lo sguardo delle persone incollato allo schermo televisivo per seguire l’evoluzione del diffondersi del virus, che costituisce il vero problema da affrontare e da risolvere.
In tale situazione si può anche capire, come si diceva, che alla gente non interessi in questo momento il problema della casa. Lo sfrattato ha perso del tutto la propria visibilità.
La gente è presa dalla preoccupazione di poter finire in ospedale. Ha altro da pensare che agli sfrattati!
I politici però sono stati eletti e sono pagati proprio per occuparsi di tutti i problemi dei cittadini e fra questi vi è anche quello di garantire un’abitazione a tutti.
I politici pero non possono e non devono profittare della attuale situazione di emergenza pandemica per rimandare all’infinito la soluzione di un problema che ci trasciniamo dietro fin dal dopoguerra. Tanto più che l’Italia é il paese che conta il minor numero di persone in affitto rispetto agli altri paesi europei. Garantire un’abitazione dignitosa a tutti é indice di civiltà.
E invece gli sfratti si susseguono a ritmo serrato anche solamente perché il contratto è scaduto e anche se l’inquilino ha sempre pagato il canone, perché con la ripresa dell’attività turistica un appartamento libero costituisce una fonte di reddito non indifferente. Nessuno vuole negare al proprietario il diritto di riavere l’appartamento alla scadenza del contratto, pero si rende necessaria una regolamentazione della locazione turistica e dei flussi dei visitatori.
Ci sono poi anche gli sfrattati per morosità incolpevole. Non si tratta di inquilini furbi ma di chi si é trovato in grosse difficolta economiche con l’avvento della pandemia e della conseguente diminuzione delle ore di lavoro fino a chi é stato privato del lavoro totalmente: intere famiglie che devono lasciare la casa senza sapere dove trasferirsi e alle quali si propone di andare “in villeggiatura” in un camping ormai senza villeggianti perché é terminata la stagione turistica e allora si approfitta della struttura ricettiva per dare un tetto provvisorio a chi é senza casa.
Persone private della dignità.
E poi ci sono gli sfrattati anziani, quelli che sono arrivati agli ultimi anni della loro vita, che aggiungono agli acciacchi della vecchiaia la sofferenza di dover lasciare, oltre la casa, i ricordi di una vita intera, dai quali traevano la forza di sopravvivere. E infine ci sono gli immigrati che pure si sono integrati nella nostra società, che mandano i figli a scuola, che lavorano e pagano le tasse.
Ma é possibile che non si riesca a trovare un gruzzolo non dico per costruire nuove abitazioni pubbliche, ma nemmeno per risanare le centinaia e centinaia già esistenti e però bisognose di restauri, e le si lascino invece sfitte?
E davvero avvilente vivere in questa situazione che non é affatto occasionale ma che purtroppo si verifica quotidianamente.
Il S.U.N.I.A. – Sindacato Unitario Inquilini e Assegnatari – vuole che la gente conosca anche questa realtà, che pure non appare mai sugli schermi televisivi.