Torino, 16 Giugno 2016
I sindacati inquilini Sunia – Sicet – Uniat, in riferimento ai recenti fatti verificatasi nel quartiere Falchera, condannano fermamente l’occupazione abusiva di alcuni alloggi di edilizia residenziale pubblica, da parte di famiglie che non hanno titolo per rivendicarne l’assegnazione.

L’appropriarsi arbitrariamente ed illegalmente di una casa popolare lede i diritti di tutti coloro che hanno agito nel pieno rispetto delle normative, partecipando al bando generale o inoltrando regolare domanda in commissione emergenza abitativa.

Quando il fenomeno delle occupazioni si estende e diventa endemico, come purtroppo dimostra l’esperienza di alcune grandi città, favorisce l’affermarsi della legge del più forte e, alla fine, ad essere penalizzati sono i più deboli e quelli che rispettano le regole.

Le 14 mila famiglie torinesi che hanno partecipato all’ultimo bando generale e le centinaia di famiglie sfrattate e in regolare attesa di una casa popolare, che si sono rivolte ai nostri uffici per avere tutela e assistenza, pretendono il rispetto della legalità e chiedono che le autorità competenti non consentano a pochi prevaricatori di prevalere sugli altri.

Sunia – Sicet – Uniat sono ben consapevoli che occorre lavorare ancora molto e bene per dare un tetto a tutti coloro che ancora non ce l’hanno, c’è ancora una enorme distanza tra l’offerta di case popolari e la domanda, ma per raggiungere questo obbiettivo non servono azioni eclatanti e di corto respiro. Serve invece un quotidiano lavoro di prevenzione e contrasto dell’emergenza abitativa, anche utilizzando i tanti immobili vuoti (ex caserme; ex uffici, aree industriali dismesse) per la sistemazione delle famiglie in attesa della casa popolare, questione da noi posta in relazione, ad esempio, al possibile uso a fini abitativi della ex caserma di via Asti.

La strada maestra per soddisfare il fabbisogno di casa delle fasce sociali più povere resta quella di aumentare la dotazione di case pubbliche, come richiesto da sempre a tutti i livelli da Sunia – Sicet – Uniat.