21 Dicembre 2022

Il Governo, nonostante sostenga che la manovra finanziaria aiuterà le famiglie e che combatterà la povertà, non ha rifinanziato il fondo di sostegno alla locazione e il fondo morosità incolpevole. Tutto ciò mentre i canoni di locazione aumentano del 15% circa, mentre le pensioni e gli stipendi restano invariati. Quest’anno alla Puglia sono stati assegnati 27 milioni a fronte di 40 mila richieste da parte delle famiglie che dal prossimo anno non riceveranno alcun contributo. L’ISTAT riferisce che molte famiglie in locazione soffrono la povertà a causa di canoni di locazione che spesso superano il 50% del reddito familiare.
Il SUNIA, assieme alla CGIL, ha sollecitato il Governo e il Parlamento affinché vengano ripristinate le risorse, già insufficienti, che finanziano annualmente il contributo all’affitto nel rispetto dell’art 11 della legge 431/98. Purtroppo, gli emendamenti presentati per il ripristino dei suddetti fondi sono stati bocciati dalla maggioranza del Governo.
Il Parlamento può ancora porre rimedio a questa dimenticanza.
Il SUNIA invita tutti i parlamentari pugliesi ad adoperarsi per ripristinare il fondo di sostegno agli affitti e dare un contributo per combattere la povertà.
Allo stesso tempo il sindacato auspica che i Consiglieri Regionali, nell’approvazione del bilancio di previsione 2023, individuino risorse per aiutare le famiglie in difficolta nel pagare affitti e servizi, oltre che risorse per finanziare l’edilizia pubblica.
A gravare su ciò c’è la scelta del Governo di ridurre il Bonus Edilizio 110% al 90% anche per l’edilizia pubblica equiparandola così a quella privata. Tale decisione non consentirà alle ARCA di Puglia di portare a termine gli interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico degli alloggi di edilizia pubblica.
Portare a termine gli interventi, già programmati, consentirebbe una riduzione dei costi dei servizi per le famiglie.
Nel caso in cui Parlamento dovesse confermale queste scelte sbagliate, migliaia di famiglia si rivolgeranno ai Comuni per richiedere una soluzione al possibile sfratto.
Invitiamo pertanto l’ANCI ad intervenire per fare fronte comune ed attenuare il galoppante impoverimento delle famiglie.