Catanzaro, 20 Gennaio 2016

La nuova legge urbanistica della Calabria risponde solo in parte alle esigenze di intervenire sulla vecchia normativa regionale , tra l’altro in scadenza, che aveva sicuramente bisogno di innovazione da apportare, se non con il metodo della condivisione, quanto meno attraverso un confronto concertativo istituzionale e sociale.
Le istituzioni Locali, il Sindacato, gli Ordini Professionali avrebbero potuto garantire il proprio contributo al varo della nuova normativa in grado di affrontare nodi strategici ed indicare elementi che avrebbero potuto tradursi in misure a favore del settore delle costruzioni e della fondamentale cura e gestione del territorio e del patrimonio immobiliare.
Il Governo Regionale, con la nuova legge, ha scelto di intervenire evitando l’isituto della proroga degli effetti della vecchia norma ed avendo comunque il merito di affrontare anche le delicate materie quali quelle del consumo zero di suolo e del dissesto idrogeologico, della rigenerazione e della riqualificazione urbana.
Così come era giusto avere una nuova legge regionale in materia urbanistica, ora diventa opportuno, in corso d’opera, affrontare le questioni che necessitano di modifiche e per le quali proponiamo un confronto permanente tra Governo Regionale ed i soggetti interessati (Enti Locali, Associazioni, Ordini Professionali e Sindacato) in grado di apportare miglioramenti alla norma che si traducano in effettivi benefici per l’intera collettività calabrese.
Tale attività dovrà procedere di pari passo con la verifica e l’affiancamento che la Regione si è impegnata a garantire ai Comuni, per rendere effettivamente esigibile e positiva la riforma, così come i correttivi da apportare alla stessa.
Infine sui territori risulterà necessario affrontare in maniera partecipata il confronto con i Comuni per la elaborazione del Piano Strutturale Comunale che dovrà costituire lo strumento urbanistico necessario di cui dotarsi, attraverso una attività irrinunciabile di concertazione sociale territoriale, in grado di declinare gli effetti positivi rispetto alla compatibilità ambientale, al riordino delle città, alla riqualificazione di centri storici e periferie, alla cura del patrimonio edilizio ed al complessico diritto dell’abitare.
Pertanto affrontare con tale metodologia queste problematiche significherà assumere la promozione di un’azione dal basso, per indicare correzioni e modifiche riscontrate come utili e necessarie per la condivisione,il miglioramento e la conseguente effettiva operatività della nuova norma regionale.