Cagliari, 5 Luglio 2022

A distanza di oltre 30 anni la Regione Sardegna si ritrova ancora con una legge Regionale n. 13/98, che governa tutti i contratti locatizi del patrimonio residenziale pubblico sia di proprietà Area sia di proprietà dei Comuni della Sardegna, vecchia e inadatta alla situazione economica e sociale attuale caratterizzata da nuclei familiari con pochi componenti e presenza notevole di coppie senza figli e singoli alla ricerca di una casa in affitto.
L’avviata riforma per iniziativa dell’Assessore Regionale On. Roberto Frongia aveva trovato coinvolgimento e consenso del SUNIA-SICET-UNITA quali Sindacati degli inquilini perchè introduceva importanti e radicali innovazioni e modifiche più attinenti ai bisogni degli inquilini e a tutela del patrimonio residenziale pubblico contro facili elusioni che nel tempo distorcevano le finalità proprie della legge per garantire una casa a chi effettivamente ne aveva necessità.
La riforma prevedeva, peraltro, delle novità per impedire facili appropriazioni di alloggi mediante vari espedienti che sottraevano illegalmente disponibilità agli aventi diritto; consentire agli utenti un diretto intervento per la manutenzione degli stabili e di recupero riconoscendo loro delle importanti riduzioni del canone e revisione del sistema di determinazione del canone locatizio.
Infine la previsione della costituzione di un organo di conciliazione con rappresentanti Azienda e Sindacati al fine di dirimere contenziosi e problematiche abitative.
Ma tutto questo seguito della prematura scomparsa dell’Assessore Frongia che fine ha fatto?
Da notizie non ufficiali pare che qualcuno stia sconvolgendo le finalità il contenuto e la natura della legge di riforma preposta ad insaputa dei Sindacati degli inquilini e dei lavoratori.
Basti considerare che dopo tanto parlare contro le occupazioni abusive poi, di fatto è stata emanata ‘in sordina’ una SANATORIA PER LE OCCUPAZIONI ABUSIVE, DISPOSIZIONE NASCOSTA NELLA LEGGE DI BILANCIO APPROVATA GLI ULTIMI MESI DEL 2021 ( L.R. 22.11.2021).
Anzichè affrontare l’emergenza abitativa e combattere l’abusivismo la Regione Sarda ha preferito, senza interpellare le parti sociali, tutelare chi viola la legge!
Uno schiaffo a tutti coloro che partecipano ai bandi e attendono pazientemente l’assegnazione per anni nelle graduatorie.
Si spera che la Regione abbia il buon senso di coinvolgere le rappresentanze sindacali ed evitare di partorire obbrobri come la riforma dell’Azienda AREA che dalla sua nascita per causa di una riforma inadeguata e frutto di assurdi compromessi tali da determinare lo snaturamento e la paralisi del funzionamento degli organi e della sua funzione fondamentale nonché la fuga dei funzionari presso altri Organi ed Enti amministrativi.
L’effetto è all’evidenza con la costante gestione Commissariale e non sono mai stati costituiti gli organi previsti dalla riforma e tutto ciò in danno degli inquilini che non hanno trovato alcun interlocutore per le varie urgenti problematiche in tutta la regione.
Gli effetti della pandemia e della crisi nel mondo del lavoro ha penalizzato soprattutto i redditi delle famiglie e ciò si riflette nell’ambito locatizio abitativo che ha segnato un aumento degli sfratti per morosità, circa 600 in tutta la regione nel corso del 2021 e inducendo i locatori a vendere gli appartamenti riducendo la disponibilità e possibilità di trovare case in affitto se non a prezzi elevati.
Assistiamo, al contrario, ad un amento costante dei canoni locatizi e dei servizi per alloggi vetusti e privi di qualità appropriate e, in ultimo all’aumento dei prezzi per l’energia e il riscaldamento.
Le istituzioni, e in primis la Regione, deve dare una pronta e adeguata risposta alla carenza di case popolari attingendo dagli innumerevoli immobili dismessi da altri enti, in stato di abbandono, e tanti altri non ancora censiti. Abbiamo un patrimonio immobiliare in Sardegna che vede ex scuole, ex ospedali, ex caserme, ex mercati, tutto ciò entro il centro abitativo, totalmente dismessi che potrebbero essere recuperati e destinati ai bisogni abitativi delle famiglie e giovani coppie con redditi che gli esclude dal mercato locatizio privato né consente loro di accedere ai mutui adeguati dovendo, altrimenti fare ritorno nelle case dei genitori.
Attendiamo un segnale della Regione Sarda in merito alla grave situazione di ritardo legislativo per la riforma della legge Regionale n.13 e manifestiamo una forte preoccupazione contro tentativi di emanare leggi in sordina senza confrontarsi con le parti sociali rappresentate dai Sindacati degli inquilini assegnatari e Sindacati dei Lavoratori e dei pensionati quali fruitori degli alloggi residenziali pubblici.

SUNIA REGIONE SARDEGNA
SICET
UNIAT