Foggia, 12 Aprile 2021

Nelle ultime settimane, ancora una volta, l’emergenza abitativa che domina la Città di Foggia ha ottenuto l’attenzione della cronaca nazionale.
Nulla è cambiato dopo aver trovato una soluzione dignitosa alle famiglie dei container di Via San Severo, solo una delle tantissime situazioni di disagio presenti nella nostra città.
Ma chi ha il potere di fare qualcosa? E cosa è stato fatto?
La Legge Regionale n°22/2014 parla chiaro: il Comune ha la funzione di elaborare i Piani casa, di concorrere all’elaborazione dei programmi volti all’incremento, alla manutenzione e alla riqualificazione del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica, deve istituire le Agenzie Comunali per la Casa finalizzate a favorire l’incontro fra domanda e offerta, il rispetto delle norme contrattuali e il contenimento dei prezzi degli alloggi in locazione ed infine deve provvedere alla formazione e alla pubblicazione delle graduatorie di assegnazione alloggi di E.R.P..
È ovvio, però, che il disagio abitativo è misurato soltanto in parte dalle graduatorie comunali: a novembre del 2016 il Comune ha pubblicato il bando (dopo 12 anni dall’ultimo del 2004) per l’assegnazione di alloggi di E.R.P. e la graduatoria provvisoria, che sarebbe dovuta essere pubblicata entro maggio 2017, è stata pubblicata soltanto a fine anno 2020.
723 sono le domande risultate accoglibili e ora, a seguito della pubblicazione della graduatoria provvisoria, la Commissione provinciale alloggi dovrà valutare, accertare e verificare le poco più di 200 domande di ricorso.
Lavoro, quest’ultimo, reso ancor più complicato a causa delle restrizioni adottate per prevenire il contagio e la diffusione del Covid, considerata la difficoltà, nonché i dubbi, dell’operare in collegamento da remoto visto che non è facile comprendere se tali strumenti consentano il rispetto delle garanzie minime di sicurezza, della riservatezza e della protezione dei dati personali: motivo per cui le Organizzazioni Sindacali hanno chiesto il rinvio di una prima convocazione in modalità da remoto chiedendone una in presenza.
Ma la verità, è che per troppo tempo abbiamo assistito, nel migliore dei casi, ad interventi mirati solo ed esclusivamente a tamponare situazioni di emergenza che, puntualmente, si ripresentano dopo breve tempo.
Dopo le famiglie dei container di Via San Severo è la volta delle famiglie dell’ex Distretto Militare e ancora quelle dei container di Campo degli Ulivi e ancora le famiglie di Via Catalano e poi quelle che vivono nella palazzina pericolante di Via San Severo e l’elenco è destinato ad aumentare se consideriamo che la crisi economica legata alla pandemia da COVID-19 è sempre più critica.
Sul fronte delle locazioni private, nel momento in cui scadrà il blocco degli sfratti, quindi dal prossimo luglio, saranno messi in campo migliaia di sfratti per morosità: tutto questo non farà altro che andare a peggiorare il disagio socio economico della Capitanata e non solo. I Comuni non riusciranno ad affrontare con adeguati servizi sociali questa “nuova emergenza casa” aggravata a dismisura alla più generale emergenza sanitaria gettando il paese nel caos.
È stato richiesto un tempestivo incontro con le istituzioni regionali, ad oggi latitanti su questo tema di centrale importanza, e l’immediata convocazione della cabina di regia sull’emergenza abitativa per evitare l’enorme ricaduta sulle condizioni di vita degli inquilini.
Non si può continuare a fronteggiare il problema casa con provvedimenti straordinari senza una vera programmazione di fondo, operando continuamente con soluzioni tampone.
Che fine ha fatto l’accordo tra il Comune di Foggia, la Regione Puglia e l’Arca Capitanata per la costruzione dei 150 nuovi alloggi di E.R.P. in zona fiera su suolo di proprietà della Regione? Ci risulta che il Comune di Foggia abbia chiesto alla Regione Puglia di localizzare in altra zona la costruzione dei nuovi alloggi.
Se così fosse, questa delocalizzazione, che sarebbe ai limiti della legalità, rischierebbe di far perdere all’Arca Capitanata il finanziamento di circa 9 milioni di euro con eventuali possibili contenziosi.
Inoltre, ci sono decine di Accordi di Programma tra il Comune di Foggia e la Regione Puglia che prevedevano, in cambio di aree e di autorizzazioni, la costruzione di alloggi da destinare all’edilizia sociale:
sono passati decenni da questi accordi e non vorremmo che in Regione o in Comune si stiano modificando a favore della proprietà e a discapito della realizzazione di alloggi pubblici.
Riteniamo, dunque, necessario che il Comune di Foggia si doti di un regolamento fin ora inesistente e di un serio strumento di analisi del disagio abitativo utile non solo per orientare gli interventi futuri ma soprattutto per analizzare seriamente questo fenomeno dalla portata così ampia e dalle sfumature così complesse.
È il caso di studiare ed attuare politiche abitative concrete, creare le Agenzie Comunali per la Casa e sottoscrivere specifici protocolli di intesa con le Organizzazioni Sindacali degli Inquilini.
Occorre combattere fortemente il fenomeno dell’abusivismo non solo perché “occupare” significa togliere il diritto a chi ce l’ha ma anche perché questo fenomeno contribuisce spesso in maniera drammatica ad alimentare il degrado nei quartieri e la sensazione di abbandono e di insicurezza delle famiglie che ci vivono.
È necessario combattere il mercato della cosa pubblica: è necessario educare la cittadinanza invertendo una tendenza sbagliata rispetto all’utilizzo della cosa e della casa pubblica.
Bisogna rimettere al centro dell’agenda politica il problema della “casa” perché siamo sicuri che tante piccole misure possano porre le basi per una politica della casa in sintonia con i bisogni dei cittadini senza aspettare che si crei l’ennesimo caso mediatico.