Firenze, 20 Aprile 2016

Questa mattina a Firenze è stato eseguito uno sfratto per finita locazione (e non per morosità) a carico di un povero anziano di 80 anni, abitante nella zona di Firenze sud. Siamo abituati ad assistere quotidianamente a questi episodi, che vedono coinvolti trasversalmente tutti gli strati sociali ed anagrafici della società. Ma quando si tratta di un anziano, ci si sente ancora più inermi ed increduli, se di fronte alla richiesta di una sospensione di un mese, per attivare i servizi sociali e il comune, ci si sente rispondere un secco no dei proprietari dell’abitazione e alla cacciata di casa del malcapitato. Vasco, e non è un nome di fantasia, viveva da oltre trent’anni in quella casa, che era diventata un raccoglitore di tutti i cimeli della sua vita; solo e senza figli, seguito dai servizi sociali, viveva in uno stato di confusione e di non lucidità la sua situazione di sfratto. Stamattina però si è trovato alle porte la polizia, l’ufficiale giudiziario e il proprietario e ha chiamato subito il SUNIA, perché lo stavano costringendo a lasciare la sua casa. Una febbrile trattativa tra proprietà e SUNIA, durata per ben 2 estenuanti ore, in una atmosfera incandescente e tensione altissima; Vasco ha pianto, urlato e strepitato, ma alla fine ha dovuto lasciare l’alloggio con l’offerta da parte del proprietario di una pensione pagata per una settimana.
Il Sunia chiedeva un mese di tempo ai proprietari di casa‘ dice Laura Grandi, segretaria del Sunia’, per dare la possibilità ai servizi sociali e all’Ufficio casa del Comune, di poter ricoverare l’anziano in una struttura protetta e non fargli vivere l’incubo e anche l’onta di uno sfratto (per finita locazione e non per morosità. Oggi Vasco invece è stato vittima di un provvedimento umiliante e poco rispettoso della sua condizione di salute ed età e nemmeno l’intervento in extremis dell’Assessore Sara Funaro, che si è adoperata per una soluzione, è servito a qualcosa. Alla fine, è stato portato con l’auto delle forze dell’ordine in una pensione vicino alla sua ‘ex’ casa, ‘conclude Laura Grandi del Sunia’ ed invitato nel giro di un mese a portare via tutte le sue cose, che se no prenderanno la strada del cassonetto dell’immondizia.
‘La mia città senza pietà’…. Luca Carboni quando cantava questa canzone si riferiva a Bologna, ma possiamo trasferirla al di là degli Appennini.