Enna, 8 Febbraio 2019

Dopo il dietrofront che l’Agenzia delle Entrate, ha dovuto fare, in seguito ai ricorsi presentati dagli iscritti al SUNIA, avverso centinaia di accertamenti con i quali si cercava di far decadere, dal beneficio della cedolare secca tanti onesti contribuenti che avevano regolarmente registrato il contratto di locazione e pagato le imposte dovute, un’altra vittoria è stata ottenuta dal SUNIA di enna, con grande soddisfazione dei legali avv. Gabriella Motta e Fabio Rampello che hanno portato avanti le istanze di tanti cittadini.

Questa volta l’accertamento mirava a far decadere dal ravvedimento operoso per la ritardata registrazione di alcuni contratti di locazione, per un banale errore di calcolo della sanzione.
Errore, si badi bene, fatto dalla piattaforma messa a disposizione dal ministero per la registrazione on-line dei contratti di locazione e adempimenti successivi.
L’agenzia, invece di contattare i contribuenti o il SUNIA nella qualità di intermediario, pensava bene di inviare gli ennesimi accertamenti revocando il regime sanzionatorio ridotto ed applicare per intero la sanzione dovuta per la tardiva registrazione.
Tutto questo si è tradotto in una situazione paradossale, infatti, a fronte di una differenza tra l’importo pagato di euro 8,00 e il dovuto di euro 20,00, i cittadini si sono visti recapitare richieste di euro 200,00 più le spese di notifica, con una motivazione da parte dell’agenzia, priva di qualsiasi fondamento e inapplicabile al caso in specie, perchè ha sanzionato l’errata quantificazione della sanzione dovuta per la ritardata registrazione con la norma che prevede “ l’omessa “registrazione del contratto di locazione, contravvenendo al cosiddetto principio di legalità della sanzione tributaria secondo il quale “nessuno può essere assoggettato a sanzioni se non in forza di una legge entrata in vigore prima della commissione della violazione”.

La commissione tributaria di Enna, dunque ha dato e ragione ai ricorrenti che insieme al SUNIA, hanno messo un freno a queste interpretazioni discrezionali messe in atto dai dirigenti dell’Agenzia delle Entrate, che anzichè perseguire gli evasori, sprecano il denaro degli onesti contribuenti.

L’allegato:
– la sentenza 992/2018