Catania, 15 Dicembre 2015

La crisi sociale ed economica ha comportato la perdita di migliaia di posti di lavoro riducendo le famiglie in condizioni di disagio gravissime. Tra i più colpiti gli anziani, i cosi detti esodati, i giovani con figli, le donne.
La drammaticità della situazione emerge con maggiore crudezza in un momento in cui la città si prepara per le prossime festività e si acuiscono le contraddizioni sociali
Migliaia di persone dormono in alloggi di fortuna nella completa indifferenza delle Istituzioni mentre restano inutilizzati molti immobili abbandonati all’incuria e al degrado.

E’ questa la città solidale ed accogliente che vogliamo?
S.U.N.I.A., S.I.C.E.T. e U.N.I.A.T. dopo mesi di sollecitazioni e richieste denunciano l’inefficacia delle risposte e richiedono ai Comuni, alla Prefettura e alla Regione un’assunzione piena di responsabilità.

Chiediamo:
– Ai Comuni, a partire dal Comune di Catania, di predisporre nei bilanci la somma adeguata per l’emergenza casa e l’assistenza agli sfrattati e di avviare la riqualificazione di immobili pubblici non utilizzati per accrescere l’offerta di alloggi.
– Alla Regione di ripartire ai Comuni immediatamente le somme trattenute indebitamente per i contributi per la morosità incolpevole e di destinare i 200milioni di fondi ex Gescal per l’edilizia popolare.
– Alla Prefettura di attuare una moratoria sull’invio della forza pubblica per l’esecuzione degli sfratti sino a quando i Comuni non siano in grado di avviare le procedure per assegnare i contributi per la morosità incolpevole ma anche di avviare la ricognizione degli alloggi pubblici utilizzati da chi per reddito non ne ha il diritto e la necessità.


Chiediamo poi che siano messi a disposizione delle famiglie indigenti, degli sfrattati e dei senza casa i beni immobili confiscati alla mafia e gli immobili pubblici non utilizzati dopo essere stati riqualificati e che le Istituzioni attuino tutte le misure utili a mediare per l’incontro tra offerta e domanda sul mercato privato sostenendo le famiglie disagiate.

La città che vogliamo è una città che non spreca, che riutilizza e riqualifica invece per fini sociali e abitativi il patrimonio pubblico non utilizzato e i beni confiscati alla mafia, una città che sia solidale e accogliente che si prende cura di chi è stato emarginato ed è rimasto senza casa e senza lavoro, una città in cui le Istituzioni siano presenti e in grado di rispondere con cura e interesse ai bisogni reali della collettività.