Bari, 11 Luglio 2019.
Dichiarazione di Angelo Garofoli, segretario generale del SUNIA di Bari.

I dati sugli sfratti del Ministero dell’interno, per il l’anno 2018, confermano la gravità del disagio abitativo.
Nel 2018 a Bari sono stati convalidati 1693 sfratti di cui 1545 per morosità dell’inquilino, anche se il numero è inferiore al 2017 questo non è un segnale di inversione di tendenza, infatti si sono ridotti gli sfratti per finita locazione e sono aumentanti gli sfratti per morosità (nel 2017 gli sfratti per morosità erano 1460). Le famiglie Baresi hanno sempre più difficoltà a pagare l’affitto.
Sempre nel 2018 a Bari sono stati richieste 3830 esecuzioni di cui 466 sono state eseguite con la forza pubblica (1,3 sfratti al giorno compresi i sabati, le domeniche ei festivi).
Il Governo è assente anche su questo tema e non dice nulla su questo grave problema delle famiglie, non si dota di un piano casa nazionale e non finanzia adeguatamente il fondo di sostegno al canone di locazione; nel 2018 ha previsto solo 10 milioni per tutta la nazione.
La Regione Puglia non ha un piano casa, pur avendolo previsto in più leggi, non impegna le risorse ex GESCAL disponibili, e nel bilancio regionale nel 2019 ha previsto di spendere solo 300 mila euro per edilizia residenziale pubblica. Poca cosa, bastano solo a recuperare 1 fabbricato di edilizia pubblica.
Nel 2018 a Bari circa 2500 famiglie hanno partecipato al bando per l’assegnazione di una casa popolare mentre circa 3000 famiglie hanno partecipano al bando per l’integrazione del canone di locazione.
A questo disagio abitativo il Comune risponde, ancora oggi, con programmi della Amministrazione comunale di Emiliano che nel 2008 approvò il primo piano casa comunale. Piano comunale che va adeguato alle nuove esigenze della città e dell’area metropolitana.
I dati confermano che i canoni di locazione continuano ad essere non sostenibili dalle famiglie i proprietari sfrattano per trasformare gli alloggi in B&B e/o case vacanze. A fronte di consistenti agevolazioni IMU ed Irpef la proprietà continua a mantenere i canoni alti e a non concordare il nuovo accordo sui canoni agevolati che nell’area metropolitana è fermo al 2004. Il comune non può continuare a dare agevolazioni fiscali a contratti contro legge e con canoni più alti del mercato libero.
Per affrontare l’emergenza abitativa non è immaginabile e possibile realizzare 3000 alloggi pubblici, occorre fare politiche abitative che immettono sul mercato gli oltre 18 mila alloggi sfitti in Bari. Così come non è più possibile assistere al degrado dei quartieri perché la proprietà non investe nel recupero degli immobili nonostante le tante agevolazioni fiscali messi in campo dal Governo.
Per risolvere l’emergenza abitativa il Comune deve decidere di trasformare il fabbricato in corso di costruzione a Mungivacca in alloggi sociali decisione che non può continuare ad essere rinviata. Bari non ha bisogno di alloggi per studenti si rischia di costruire una struttura che non si sa chi la deve gestire e quale ritorno ci sarà per l’ARCA e la città.
Il Comune, l’ARCA e la Regione devono procedere a trovare le risorse per completare l’intervento di recupero e sostituzione degli alloggi del quartiere San Girolamo e ridurre i tempi dell’intervento, se si continua cosi gli inquilini entreranno tutti nei nuovi alloggi solo tra 10 anni.
Il Comune deve pubblicare la graduatoria definitiva del bando per l’assegnazione delle case popolari, sono scaduti i termini previsti dalla legge. La graduatoria definitiva deve essere corretta dagli errori nell’attribuzione dei punteggi provvisori ai concorrenti. Le domande non sono state valutate tutti nello stesso modo.
Occorre completare l’intervento di completamento e urbanizzazione dei 120 alloggi costruiti nella zona Sant’Anna-Japigia e individuare nuove risorse per fare un nuovo intervento di edilizia sovvenzionata ed a canoni agevolati nel secondo comparto di sempre di Sant’Anna.
Il Comune di Bari deve smetterla di assegnare case fuori dalla graduatoria. L’emergenza abitativa si affronta con un avviso pubblico che indicano la criticità dei bisogni come previsto dalla legge 22/2014. L’elenco dei bisognosi va aggiornata ogni sei mesi. Ciò significa rispondere in modo trasparente all’emergenza abitativa comunale. Basta con i comitati di emergenza che assegnano alloggi senza alcun criterio pubblico.
Al comune il sindacato ricorda che i canoni dell’housing sociale sono determinati dagli accordi delle associazioni della proprietà e degli inquilini, come previsto dal D.M. 16 gennaio 2017, e i canoni di locazione non possono essere più alti o uguali a quelli di mercato in presenza di agevolazioni fiscali o di altra natura.
Un nuovo e diverso ragionamento va fatto con l’ARCA Puglia centrale che deve fare il padrone delle case a 360 gradi ricordandosi però che la funzione dell’agenzia è quella sociale nel settore della casa come previsto dalla legge regionale nn.10 e 22 del 2014 e quindi non può emettere provvedimenti di rilascio nei confronti di famiglie con forte disagio economico e sociale e non fare nulla nei confronti di famiglie che non pagano i servizi e sono dei dipendenti di enti pubblici.
Il sindacato si augura che il Sindaco e il nuovo Assessore al Patrimonio, a cui vanno i nostri auguri, voglia aprire una nuova stagione per migliorare la gestione del patrimonio comunale e garantire a tutti gli inquilini dell’edilizia pubblica uguali diritti e trasparenza nella gestione.

L’allegato:
– i dati regionali sugli sfratti 2018 (file in formato xlsx)