Roma, 30 Ottobre 2019

Dichiarazione di Daniele Barbieri, Segretario generale SUNIA

E’ importante la decisione del vertice di maggioranza di non modificare la tassazione sui contratti di locazione concordati. Importante perché segnala la volontà di continuare a puntare sulla contrattazione collettiva, sostenuta da agevolazioni fiscali, per regolare, seppur parzialmente, il mercato delle locazioni.
Modificare per la quarta volta in sette anni la tassazione per i contratti concordati avrebbe significato il progressivo abbandono di un regime contrattuale che negli ultimi anni ha garantito una significativa riduzione degli affitti rispetto ai valori del mercato libero.
E’ utile ricordare, vista la confusione che da più parti si è fatta su questa vicenda, che il contratto concordato è una delle tipologie contrattuali che la proprietà privata può scegliere ottenendo, in cambio di un livello di affitto determinato da appositi accordi territoriali tra sindacati degli inquilini e associazioni della proprietà, un vantaggio fiscale, la cedolare al 10% appunto, rispetto alle altre tipologie contrattuali a cui si applica il 21%.
Restringere il vantaggio fiscale avrebbe significato allontanare la proprietà da questo tipo di contratto (che oggi rappresenta circa il 30% dei contratti di locazione) con il conseguente aumento complessivo degli affitti.
La legge sulle locazioni private avrebbe bisogno di una robusta manutenzione accompagnata da un intervento strutturale per aumentare l’offerta di edilizia pubblica e sociale per rispondere alla domanda più debole.
Sarebbe profondamente sbagliato intervenire sulla fiscalità senza tenere in considerazione le ricadute sociali e senza una strategia organica sul disagio abitativo.