Catania, 20 Luglio 2016

Il piano edilizio del centro storico predisposto dal Comune di Catania e presentato il  giorno 14 e completato nella parte che riguarda anche San Berillo vecchio ha, a nostro avviso, alcune forti criticità derivanti anche dal dover ottemperare a quando previsto dalla discutibile legge regionale del luglio del 2015 sul recupero dei centri storici.
Nonostante il pregevole e indubbiamente utile lavoro di classificazione di più di 5ooo immobili da cui dovrebbe discendere la possibilità di effettuare svariati interventi differenziati sulla base della classificazione effettuata, riteniamo che un piano edilizio non sia sufficiente a favorire la tutela, la valorizzazione e la rivitalizzazione economica e sociale dei centri storici, obiettivo che si propone la legge regionale , ripreso per altro nella relazione di accompagnamento del piano predisposto dal Comune di Catania.
Può infatti una sommatoria di singoli interventi assicurare la riqualificazione del centro storico cittadino?
Può l’assenza di una forte direzione pubblica e l’assenza di una programmazione degli interventi negli spazi e negli edifici pubblici garantire una rivitalizzazione sostenibile ed equilibrata?
Se poi anche gli interventi possibili saranno resi complessi dalla poca chiarezza delle norme regionali, a cui si rimanda necessariamente nel piano del Comune, e dalla mancanza di contributi pubblici a supporto della piccola proprietà, il rischio è che anche l’obiettivo dichiarato e importante di collegare nuove opportunità di lavoro alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici, al miglioramento della loro efficienza energetica e della sicurezza sismica, non potrà essere raggiunto.
Consideriamo comunque il lavoro presentato un punto di partenza che non può però sostituire né l’elaborazione di un piano urbanistico né l’apertura di un processo partecipativo che coinvolga la collettività su scelte e progetti utili a migliorare le condizioni dell’abitare e del fruire il centro storico nel rispetto dei suoi caratteri identitari.
Riteniamo per esempio che la proposta di realizzare un campus universitario nel sito dell’attuale Ospedale Vittorio Emanuele, una volta che l’ospedale sarà dislocato, non sia l’unica possibile né la più efficace per riqualificare quel quartiere.
Ci sembra a questo proposito interessante l’esperienza avviata per il quartiere San Berillo che vede Amministrazione e Associazioni partecipare ad un tavolo tecnico per individuare azioni condivise ed efficaci.