Bari, 11 Luglio 2019.
Dichiarazione di Nicola Zambetti, segretario generale SUNIA Puglia.

In Puglia i tribunali hanno convalidato, nel 2018, 4645 sfratti di cui per morosità 4191, e sono state richieste 8475 esecuzioni ed eseguite con l’assistenza della forza pubblica 1483.

I dati del Ministero degli Interni confermano che gli sfratti per morosità sono un dato strutturale del forte disagio abitativo.

Il numero degli sfratti eseguiti con l’assistenza della forza pubblica ci dice anche che gli inquilini hanno grandi difficoltà a trovare una alternativa locativa a canone sostenibile.

Il Governo dice di voler aiutare le famiglie in difficoltà ma non fa alcun intervento per rilanciare il mercato dell’affitto attraverso un piano casa nazionale che con risorse pluriennali rigenerano le città e riqualificano il patrimonio di edilizia residenziale pubblica.  

La Regione Puglia, dopo aver legiferato in materia di edilizia pubblica, da anni non approva il piano casa regionale e nel bilancio del 2019 ha previsto di spendere 300 mila euro per l’edilizia pubblica, risorse ridicole che consentono di recuperare un fabbricato di 10 alloggi.

I sindacati inquilini da tempo chiedono alla Regione di rendicontare le risorse non spese della ex tassa GESCAL  e impegnare quelle residue in un piano casa regionale che deve avere come obbiettivo l’eliminazione delle barriere architettoniche, il risanamento, consolidamento e miglioramento della qualità energetica degli immobili ARCA e comunalinonché interventi di rigenerazione urbana che recuperino alloggi da destinare alla locazione. Oltre ad utilizzare i finanziamenti residui ex Gescal i sindacati ritengono che la regione deve impegnare almeno 1% del proprio bilancio per edilizia residenziale pubblica.

Inoltre non è più tollerabile l’assenza della Regione nel controllo dell’ARCA pugliesi(ex IACP) che continuano ad essere amministrate secondo la sensibilità dell’amministratore o del dirigente di turno. L’ARCA di Taranto è ancora in dissestononostante i vari commissariamenti; l’Arca di Bari pensa solo al bilancio e non svolge alcuna funzione sociale che la legge gli ha attribuito nel settore della abitazione ed è l’ente con maggior risorse di bilancio e patrimonio.

Il disagio abitativo si risolve solo se Regione, Comuni, Arca e Sindacati  collaborano mettendo a disposizione conoscenza e competenze e non quello che stiamo assistendo in questi mesi: un Ente contro l’altro, comuni contro la regione ed è il caso del comune di Foggia che porta le famiglie sotto la Regione o l’Arca che sfratta inquilini malati o impossibilitati a pagare e comuni che non sanno come risolvere il problema sociale.

In Regione è stata istituita, nel 2015, una cabina di regia per affrontare l’emergenza abitativa che non viene convocata da mesi e quando viene convocata è per ratificare scelte già fatte.