Catania, 7 settembre 2016.
Il grande fermento che registriamo in questi giorni nel dibattito sui temi della sicurezza del territorio e del costruito dovuto al recentissimo grave sisma che ha colpito il nostro paese è sicuramente importante e ci auguriamo sia utile a far si che le Istituzioni finalmente assumano quelle scelte non più procrastinabili necessarie per una seria prevenzione sismica.
Come Sunia pensiamo che senza ingenerare paure incontrollate sia indispensabile proprio per il nostro territorio la cui sismicità è acclarata operare in tema urbanistico ed edilizio avendo la sicurezza sismica come priorità e obiettivo senza tentennamenti e indecisioni.
A questo obiettivo vanno indirizzate tutte le scelte e tutti gli interventi con una programmazione di medio breve e lungo periodo, possibilmente coordinando gli interventi e le norme. A questo proposito vale la pena sottolineare come la norma sui centri storici approvata dalla regione Sicilia nel luglio del 2015 nulla dice a proposito della sicurezza sismica degli edifici da classificare né considera la sicurezza sismica come priorità nell’indicazione dei lavori da poter eseguire negli edifici.
Questo concretamente vuol dire che lavori eseguibili tenendo conto della classificazione tipologica potrebbero peggiorare il grado di vulnerabilità degli edifici. Sarebbe stato indispensabile coordinare la norma sui centri storici almeno con le zonizzazioni sismiche già previste ma non realizzate.
Basti pensare che solo 58 Comuni sui 282 a rischio hanno realizzato la micro zonizzazione di 1 livello , un livello che è solo propedeutico alla definizione di una vera carta di MS, come si legge nel sito della protezione civile. Solo un esempio per sottolineare che nonostante molti dati siano disponibili e nonostante l’esistenza di una normativa ampia e articolata, occorre una consapevolezza che la nostra Regione ancora sembra non avere. Eppure i dati che conosciamo sono molto espliciti: 4, 5 milioni di cittadini in zona 2 ( a rischio abbastanza elevato) e 350 mila in zona 1 (a rischio molto elevato).
Al netto della urgenza e della priorità della messa in sicurezza degli edifici pubblici tra i quali scuole e ospedali, obiettivo di cui si parla da tempo con risultati ancora parziali e insufficienti, crediamo che sia necessario porsi il problema delle condizioni di sicurezza dell’ingente e trascurato patrimonio di edilizia residenziale con l’obiettivo di ingenerare, con un forte coordinamento pubblico, comportamenti virtuosi da parte dei privati proprietari.
Basandosi infatti sull’indagine nazionale del Cni e senza considerare specificamente l’alta pericolosità sismica del nostro territorio almeno il 50% delle abitazioni necessita di opere di risanamento e messa in sicurezza statica.
Se a questo aggiungiamo che il 70% degli edifici si trova nelle aree a rischio 1 e 2 ,abbastanza e molto elevato, il quadro è sin troppo chiaro. Per questo il Sunia chiede:
– Il completamento della microzonizzazione sismica su tutte le aree comprese nelle zone 1 e 2
con l’utilizzazione dei fondi messi a disposizione dalla Protezione civile nazionale;
– La rivisitazione della norma sui centri storici anche in base alle mappe di MS;
– L’obbligatorietà del completamento dei piani di protezione civile comunali con la individuazione nelle zone urbane ad alta densità abitativa di “vuoti urbani” ovvero di aree di raccolta diffuse in ogni quartiere cosicché possano essere raggiunte dagli abitanti in pochi minuti dopo la prima scossa, e la necessaria messa a disposizione dei fondi per la loro realizzazione;
– Lo stop definitivo ad un ulteriore consumo di suolo che crea pericolose ulteriori cinture all’attuale edificato;
– La previsione, sul modello di quanto elaborato a livello nazionale, di una ‘patente sismica, per gli edifici strumento che consentirebbe di mappare gli edifici esistenti e di classificarli tenendo conto del livello di pericolosità sismica.
Chiediamo poi che la Regione emani linee guida per i Comuni per
-Una significativa riduzione dei tributi locali per chi esegue lavori di ristrutturazione che migliorino le condizioni di sicurezza degli edifici
– la creazione di sportelli, sul modello degli sportelli unici, che si occupino esclusivamente delle tematiche della sicurezza sismica in grado di fornire supporto tecnico specialistico sia dal punto di vista delle indagini che degli interventi e dei finanziamenti a chi intende programmare interventi finalizzati alla sicurezza sismica.
Riteniamo che per ingenerare la spinta ad intervenire per i piccoli proprietari, anche allo scopo di favorire gli interventi relativi all’intero dell’edificio, sia indispensabile poter usufruire di agevolazioni economiche anche attraverso il potenziamento dei bonus fiscali a livello nazionale e l’accesso al credito agevolato.