Firenze, 23 Novembre 2017
Le città si spopolano di residenti e si riempiono di turisti: tema scottante e d’attualità. Un turismo che avvelena città come Firenze, la quale risulta da dati ufficiali, distribuiti in questi giorni da Confcommercio e Airdna, la seconda città in Europa (Parigi è la prima) per il numero di alloggi offerti da AirBnB in rapporto al numero di abitanti. Grandi affari: una partita economica che nei soli primi 10 mesi dell’anno ha portato nelle tasche di chi affitta nella città fiorentina a turisti, 15.364,134 ml di euro.
Come cercare di arginare il problema delle città soffocate da questo fenomeno? Ci ha pensato il capogruppo PD alla Commissione bilancio, elaborando un emendamento ‘comico’: la tassazione con cedolare secca al 10% per gli affitti turistici, da annoverare come stupida e perniciosa miopia che danneggerà i residenti, colpevoli di continuare pervicacemente a voler abitare nelle loro città. Così, mentre, a Parigi, Berlino, Barcellona e Londra si studiano e si adottano norme per affrontare il fenomeno della trasformazione degli alloggi da abitazione a bed e breakfast, in Italia si trova una scorciatoia fiscale, incentivando così questi fenomeni negativi. “Spero che si riveli una fake news”, dichiara Laura Grandi, segretario del SUNIA di Firenze “ perché se così non fosse, si tratterebbe di una mossa assurda e deleteria, che andrebbe a favorire ulteriormente questo fenomeno, eliminando i residenti una volta per tutte dalle città”.
L’ipotesi sembra essere stata dettata dalla necessità di contrastare l’evasione fiscale. “Trovo insensato continuare ad abbassare le tasse sulle rendite” continua Laura Grandi “soprattutto in questo settore, che già ha visto una compressione fiscale importante, con l’introduzione della cedolare al 21%, prevista dalla manovra correttiva di giugno, con un vantaggio secco per la proprietà prima assoggettata alla tassazione Irpef. E mi permetto di dire” conclude Laura Grandi “che se il contrasto all’evasione fiscale si fa abbassando le tasse sulle rendite…. non ci siamo proprio, la strada dell’equità fiscale è molto lontana”.
Che fare allora? “Semplicissimo, dire che si è scherzato. E cercare davvero una soluzione seria a questo grande problema che affligge non solo Firenze, ma tutte le città d’arte italiane”.