Catanzaro, 16 Novembre 2017
Alcune nostre proposte
In Calabria il 22% di famiglie vive in affitto e di queste l’83% ha redditi al di sotto dei 14mila euro l’anno. A questi si aggiungono tutti coloro, in particolare giovani, che cercano una abitazione per costruirsi un futuro ma non riescono a trovarla per gli affitti insostenibili di un mercato senza regole. Diversamente abili, single, giovani coppie, famiglie monoreddito o in grave crisi economica, anziani soli ed in coppia, donne in stato di disagio o i migranti che troppo spesso sono oggetto di veri e propri ricatti sul fronte economico e dei diritti, rappresentano la nuova ed articolata composizione della famiglia che pone nuove domande abitative alle quali bisogna dare risposte. Negli ultimi anni, Governo, Parlamento e Regione Calabria hanno sistematicamente sottovalutato questo problema con l’illusione che l’alto numero di cittadini proprietari dell’ appartamento in cui vivono e la prosecuzione di una politica di incentivo alla proprietà della casa avrebbe sostanzialmente risolto il problema abitativo nel nostro Paese e nella nostra regione. Ma così non è. Assistiamo ad un crescente numero di famiglie che rischiano di perdere la casa per le difficoltà nel pagamento del mutuo e dei fitti. Basterebbe sfogliare i dati crescenti degli sfratti per morosità emessi ed eseguiti per renderci conto della situazione di emergenza abitativa presente in Calabria. Se a questo aggiungiamo le oltre 7.200 famiglie che hanno presentato domanda per richiedere un alloggio di ERP, i cui programmi sono pressoché inesistenti e le oltre 11.600 domande presentate per ottenere il sostegno al fitto, per renderci conto di come il problema abitativo anche in Calabria assume contorni drammatici al pari della mancanza di lavoro. Senza aggiungere i problemi della sicurezza e della accessibilità delle abitazioni per anziani e portatori di handicap, il degrado dei quartieri di edilizia popolare, l’aumento delle coabitazioni, lo sfaldamento di interi nuclei familiari, la scarsa qualità urbana e l’assenza di politiche organiche mirate al contenimento dei consumi energetici e dello spreco del territorio.
Si rende quindi necessario dotare la Calabria di un piano dell’abitare che non sia solo di pura emergenza ma che abbia un orizzonte temporale ampio e decisivo e che capovolga le linee, gli indirizzi e le decisioni che finora hanno contraddistinto le politiche abitative adottate dalla Regione e che occorre contrastare con efficacia per garantire un diritto fondamentale di cittadinanza e per rilanciare l’occupazione.
Purtroppo l’offerta pubblica di alloggi sociali è ridotta a cifre insignificanti. Ciò impone una riflessione stringata sulle condizioni del settore e sulla capacità complessiva di Stato, enti, a partire dalla Regione di rispondere non solo ai nuovi bisogni ma di attuare una politica di intervento pubblico sulla casa che può trovare nell’edilizia sociale i margini positivi di superamento.
a) Rilanciare l’edilizia sociale e riqualificare, ristrutturare, riutilizzare, il patrimonio pubblico edilizio esistente, centri storici compresi, senza occupare nuovo suolo, in considerazione dello squilibrato rapporto esistente in Calabria tra abitanti e volumetrie disponibili dovute, in gran parte, alla cementificazione selvaggia degli anni passati;
b) La riutilizzazione a fini abitativi di aree dismesse o degradate presenti all’interno dei contesti già urbanizzati;
c) Un piano straordinario di manutenzione degli oltre 38.900 alloggi di ERP in stato di conclamata vetustà ed il loro adeguamento agli standard di sicurezza e di risparmio energetico all’interno della redazione di un piano regionale di interventi per la riqualificazione, il recupero e l’ammodernamento del patrimonio immobiliare pubblico che intervenga anche su quello privato garantendo a quest’ultimo le condizioni per una manutenzione programmata dettata anche dalle necessità derivanti dalle contestuali prescrizioni risultanti dalla tenuta e relativa gestione del fascicolo di fabbricato e quindi alle conseguenti necessità di interventi ordinari e straordinari;
d) Un piano straordinario di Regione, Comuni ed ATERP per il recupero del degrado urbano dei numerosi quartieri di ERP.
In Calabria occorre inoltre procedere per:
un patto tra Comuni, ATERP e Prefetture per il reperimento e l’assegnazione d’urgenza di una abitazione a favore di coloro che hanno subito uno sfratto esecutivo e si trovano senza un tetto ospitale, destinando a tale scopo anche l’uso ai fini abitativi degli immobili requisiti alla criminalità mafiosa;
L’attivazione da parte della Regione del fondo sociale, già previsto dalla LR 32/96, per andare incontro alle famiglie in grave stato di ristrettezza economica che non possono pagare il canone sociale dell’alloggio di ERP;
la creazioni delle agenzie comunali per la casa per favorire l’incontro tra domanda ed offerta abitativa in affitto. Le ATERP potrebbero assumere il ruolo di agenzie locali attivando accordi e convenzioni con proprietari di immobili, enti previdenziali, assicurazioni per aumentare l’offerta abitativa in affitto;
la rivisitazione delle procedure e delle modalità per la formazione delle graduatorie dei richiedenti alloggi di ERP per diminuire i tempi occorrenti ed accelerare l’iter di assegnazione degli alloggi;
la revoca dell’ assegnazione dell’alloggio di ERP per coloro che sono decaduti dai requisiti previsti dalla Legge e la immediata riassegnazione agli aventi diritto;
la rimodulazione dell’IMU da parte dei Comuni capoluogo o oltre i 40mila abitanti che agevoli chi ha affittato a canone concordato e penalizzi chi mantiene le case sfitte da più di due anni.